DA JACK TAR A BOTTOM BLUE

Nessuna istituzione britannica, salvo la monarchia, ha segnato le sorti della Gran Bretagna come la "Royal Navy", l'arma preferita degli inglesi che ha dominato i sette mari sotto la "White Ensign", aprendo le vie marittime ai commerci, alla potenza militare e al dominio britannico sul più grande impero della storia. "Rule Britannia, Britannia rules the waves", cantano ancora con orgoglio i sudditi della Corona, e anche ironicamente "Britannia waves the rules", cioé non rispetta le regole.

L'esercito, è stato detto, è soltanto un "proiettile sparato dalla Marina". La marina, a differenza degli eserciti, non può infatti occupare un paese e instaurare una dittatura, anche se tali timori sono infondati da tempo, tanto che nella lingua inglese non esiste il termine "colpo di Stato" ma si usa il francese "coup d'état".

La marina britannica è stata protagonista della "politica delle cannoniere" delle grandi potenze. Nel dopoguerra, con la perdita del ruolo mondiale e la fine dell'impero, anche la "Royal Navy" si è trovata a svolgere un ruolo assai limitato sui mari. Ma il suo ruolo di garante dei mari per l'Occidente è stato subito preso dalla marina americana. Dai tempi della battaglia di Trafalgar e dell'ammiraglio Nelson siamo così giunti alla supremazia - inaugurata alla battaglia delle Midway - delle portaerei Usa dal costo di 10 mila miliardi di lire ciascuna, con un centinaio di aviogetti ultra-sofisticati a bordo, da 50 miliardi l'uno. Le "Stars and Stripes" dominano i mari dopo la "White Ensign" e la "Union Jack", ma i marinai parlano sempre la stessa lingua della supremazia marittima: l'inglese. "Bottom Blue" (come si chiama in "slang" il marinaio americano) ha sostituito "Jack Tar", il marinaio inglese.

Oggi, la Gran Bretagna conta più ammiragli che navi, tanto che la famosa "legge di Parkinson" è stata ispirata dalle sue procedure burocratiche e dalla sua relativa inefficienza. Ma nei loro "club" di Londra, gli ufficiali della "Royal Navy" dormono sempre in stanze arredate come le cabine di una nave e per strada chiamano ancora "scialuppe" i taxi. Il suo comandante in capo si fregia ancora del titolo altisonante di "Primo lord del mare".

Se l'Inghilterra ha un'anima, e non solo perché è un'isola che ha bisogno della protezione di ingenti forze marittime, essa è la "Royal Navy", chiamata anche "Senior Service". Una volta, i ladruncoli e i teppisti portati davanti ai tribunali potevano scegliere tra una condanna alla galera o l'arruolamento nella "Royal Navy".Vicende come l'ammutinamento del Bounty e le imprese di Francis Drake hanno colpito la fantasia di milioni di persone nei secoli. La "Royal Navy" non è inglese, essa è l'Inghilterra nel bene e nel male, al meglio e al peggio.

Inevitabilmente, il ruolo centrale svolto dalla "Royal Navy" nella storia del paese ha avuto un effetto dominante anche sullo sviluppo della lingua inglese, sia dello "Standard English" che dello "slang". Quest'ultimo si è sempre differenziato tra quello usato dagli ufficiali dei ponti superiori e quello delle ciurme di sottocoperta. Molte delle frasi idiomatiche e di "slang" in uso corrente nel mondo anglosassone affondano le radici nella storia e nelle attività della "Royal Navy", prima, e della "US Navy", dopo. Il primo veicolo di diffusione dell'inglese nel mondo è stato naturalmente la " Royal Navy". Le prime persone a parlare all'estero un inglese magari approssimativo sono stati gli uomini delle marine degli altri paesi e i portuali. A loro volta, vivendo in un mondo aperto all'esterno ma rigidamente controllato all'interno, i marinai hanno dato vita ad un loro linguaggio, talvolta pittoresco, spesso realistico e amaro.

Anche la "RAF" e la "USAF" hanno creato un loro linguaggio che in parte è entrato nell'uso comune, assieme allo "slang" degli eserciti inglese e americano. Ma la "Royal Navy" ha fatto proprie centinaia di espressioni raccolte qua e là nei porti di tutto il mondo e soprattutto le ha diffuse tra la gente comune, frequentando, come vuole la tradizione, i locali ove ci si incontra per bere e per rilassarsi. Il linguaggio della "Royal Navy" è filtrato con il tempo attraverso gli strati sociali più disparati ed è rimasta una traccia storica dell'evoluzione della lingua inglese.

La "Royal Navy" ha anche unificato, secoli prima della radio e della televisione, la lingua delle classi meno abbienti del paese, fornendo un "background" sociale rispettabile e una forte concretezza delle immagini retoriche espresse con le parole. I pericoli della vita, il fascino della vela, il senso dell'avventura, la prostituzione, la famiglia lontana, il bere, i rischi fanno parte integrante del linguaggio marinaio poi accolto dalla popolazione britannica. Il più grande avvenimento annuale festivo dello Stato britannico, oltre alla processione per l'inaugurazione della nuova sessione parlamentare da parte del sovrano, era sino a qualche tempo fa la rassegna navale di Spithead, un'occasione per mostrare al popolo e al mondo intero tutta la potenza e la gloria imperiali.

La vita nella "Royal Navy" è sempre stata durissima, la disciplina ferrea, le condizioni sanitarie pessime, il distacco tra gli ufficiali e i subordinati netto e imperioso, l'omosessualità diffusa, il cibo fino a poco tempo fa abbondante ma indegno di un cristiano. In compenso, la "Royal Navy" vinse lo scorbuto e allietò le notti solitarie dei suoi uomini con una generosa razione di rum. Va ricordato che "boat" e "ship" sono vocaboli femminili (she). Perché le barche hanno le vele che, nella fantasia dei marinai, ricordano le gonne e le camiciole delle donne.

In questa società del tutto particolare, c'erano orgoglio e tensioni, tradizioni e frustrazioni che si sono materializzati in una lingua ricca e dotata del fascino di una casta militare e sociale che aveva visto il mondo e che in patria aveva riportato ricchezze e costumi nuovi. Tra tante espressioni marinare entrate nell'uso comune ce n'é una che forse simboleggia meglio delle altre lo spirito della "Royal Navy" e delle angosce esistenziali nel linguaggio dei suoi uomini. Viene usata per indicare persone che attraversano la nostra vita senza lasciare traccia, occasioni di rimpianto, donne di passo. La frase è: "Ships that pass in the night", navi che passano nella notte, proprio come un vascello fantasma: è lo spirito della "Royal Navy", dei suoi eroi, dei suoi morti, delle sue vittorie folgoranti e delle sue sconfitte umilianti. Forse della vita stessa: un veliero nella notte.

Abbiamo quindi scelto, tra le tante, le frasi idiomatiche che più spesso si incontrano nelle letture e nei colloqui con la gente comune che ama i riferimenti al mare e alla "Royal Navy".

A 1
Eccellente. "A 1" è la categoria di navi meglio costruite e sicure, secondo il registro dei "Lloyd's".

All at sea (to be)
Essere confuso, non informato.

All parts bearing an equal strain
Tutto normale.

And like it!
E così sia; che ti piaccia o no.

Banyan day
Il giorno in cui non si mangia carne. Da una località delle indie orientali abitata dai "banyans" che mangiano solo vegetali.

Blood for breakfast
Incazzature di prima mattina.

Box the compass (to)
Non stare mai fermo.

Breakers ahead
Pericolo in vista.

Burn one's boat (to)
Bruciarsi i ponti alle spalle.

Clear the decks
Compiere i preparativi preliminari per un'azione.

Close the hangar doors
Smettiamola di parlare di cose di bottega ("RAF").

Coast is clear (the)
Non c'è alcun pericolo in vista.

Don't rock the boat!
Non scuotere la barca!

Do you want jam on both sides?
Tu vuoi troppo.

Eyes on the boat
Occupati di quello che stai facendo; non guardare le ragazze che passano.

Feed the fishes (to)
Avere il mal di mare; anche affogare.

Fly the blue Peter (to)
Essere sul punto di partenza. I vascelli inglesi, infatti, innalzano la bandiera azzurra, la sera precedente la partenza.

Frag (to)
Lanciare una bomba a mano con l'intenzione di uccidere un ufficiale, come talvolta avveniva in Vietnam. Da fragmentation granade.

Give him a card!
Fallo smettere di vantarsi.

Go by the board (to)
Perdersi, fallire.

Gone for a Burton
Morto o disperso. Un'espressione diffusa dalla "RAF", che l'aveva adottata dalla campagna pubblicitaria delle birrerie "Burton".

Go with the stream (to)
Comportarsi da conformista.

If it moves, salute it; if it doesn't, paint it
Non smettere mai di lavorare, come il buon marinaio che dipinge tutto ciò che non si muove.

Jolly Roger
La bandiera delle navi pirate. In senso figurato: una persona che mostra l'intenzione di ribellarsi.

Know the ropes (to)
Essere esperto.

Message received loud and clear
Ho capito perfettamente ciò che vuoi dire ("RAF").

Plain sailing
Un compito facile facile.

Run a tight ship (to)
Gestire con autorità uomini e situazioni.

Sail close to the wind (to)
Rischiare un po' troppo.

Sail into someone (to)
Scagliarsi verbalmente contro qualcuno.

Sail through (to)
Riuscire con facilità.

Sea change
Cambiamento radicale.

Shape up or ship out
Mettiti in riga o vattene.

Ship anchor
I principali mezzi di sostentamento di una persona.

Ship-shape
In perfette condizioni.

Snafu
Tutto è andato a puttane (da: Situation normal, all fucked up).

Spit and polish
Tenere in ordine la divisa o gli ambienti di lavoro.

Straighten up and fly right!
Piantala! (corpo dei "marines").

Strike one's sails (to)
Sottomettersi a un avversario più forte.

Subject normal!
Le solite sconcezze.

Take on board (to)
Accogliere la validità di una tesi.

Take the Queen's shilling (to)
Arruolarsi nelle Forze armate. Una volta a ogni volontario veniva dato uno scellino.

Take the wind out of someone's sails
Fare propria un'iniziativa altrui.

Top brass
Gli alti ufficiali.

Trim one's sails (to)
Modificare le proprie convinzioni.

What's cooking?
Che sta succedendo?

When one's ship comes in
Il giorno in cui si è riusciti a far fortuna o a raggiungere il successo.

Yomping
Una gran sfaticata. E uno dei più recenti neologismi creati dall'esercito britannico nella guerra delle Falkland, ove si riferiva alle marce forzate con grandi pesi sulle spalle attraverso i campi desolati.



(tratto da: Renato Proni, "Super English", Tasco)